
Articolo del 31/05/2023
Il fumo di sigaretta è il primo fattore di rischio del cancro al polmone e una delle principali cause di morte nel mondo per neoplasie in generale. Secondo le stime dell’OMS, se non saranno attuate efficaci politiche preventive, entro il 2030 moriranno ogni anno oltre otto milioni di fumatori.
Oggi, 31 maggio si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale contro il fumo, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Come ogni anno, l’obiettivo è sensibilizzare le persone alla consapevolezza degli effetti nocivi derivanti dal fumo di sigaretta e dall’esposizione al fumo passivo, nonché incentivare i Governi a intraprendere iniziative per contrastare il tabagismo.
Il paziente fumatore, nella maggior parte dei casi, non è pronto a prendere coscienza del proprio stato di salute e dei suoi polmoni, seppur consapevole dei danni causati dal fumo. Anche in presenza di sintomi quali tosse e rinite cronica, sintomi particolarmente diffusi e da non sottovalutare, il fumatore troppo spesso si rivolge al medico quando ormai la patologia è in uno stadio avanzato.
Approfondiamo l’argomento con il Prof. Maurizi, chirurgo toracico della Sapienza e della Clinica ArsbioMedica.
Quali sono i danni del fumo? Che tipo di patologie provoca?
Il fumo è una delle cause principali del tumore del polmone, ma rappresenta anche il principale fattore di rischio per le malattie respiratorie non neoplastiche, tra cui la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), ed è uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare: un fumatore ha un rischio di mortalità, a causa di una coronaropatia, superiore da 3 a 5 volte rispetto a un non fumatore.
Tumore del polmone: il fumo è il primo fattore di rischio
ll fumo è la principale causa di tumore al polmone, sia tra i fumatori attivi (che rappresentano l’85% dei malati) sia tra coloro che sono esposti al fumo passivo. Smettere di fumare, anche dopo molti anni di vizio, riduce il rischio in modo significativo.
Il fumo, infatti, danneggia le cellule che rivestono gli alveoli polmonari, dal momento che contiene sostanze cancerogene che deteriorano immediatamente il tessuto polmonare. Se all’inizio l’organismo è capace di riparare il danno, con il tempo l’esposizione al fumo danneggia le cellule in modo irreparabile e può dar luogo allo sviluppo del tumore. Nel caso di non fumatori o persone con scarsa esposizione al fumo, le cause che provocano la malattia non sono del tutto chiare, sebbene siano state individuate alterazioni di geni coinvolti nel suo sviluppo.
Un’efficace prevenzione primaria di questa neoplasia si basa sull’eliminazione del fumo, anche di quello passivo.
La diagnosi con la visita di chirurgia toracica
“Per prima cosa – spiega il medico – è importante analizzare tutti i segni e i sintomi che il paziente riferisce. In questo caso si parla di diagnosi clinica, i cui dati vanno necessariamente incrociati con quelli che si ottengono dall’esame strumentale, per valutare con oggettività le funzioni respiratorie. Unitamente a una valutazione clinico strumentale si associa una diagnosi radiologica mediante TAC torace ad alta risoluzione.”
Tac Torace nei fumatori: a cosa serve e perché è fondamentale?
La diagnosi precoce è l’unica strada per intervenire sulle patologie polmonari quando sono ancora in fase iniziale, consentendo così cure tempestive che impattino sulla storia clinica di questi pazienti.
La necessità di un follow-up regolare e costante nei pazienti ad alto rischio è da considerare prioritaria.
L’esame di riferimento, che non dovrebbe in nessun caso essere rimandato, utile per individuare una neoplasia polmonare in fase iniziale è la TAC toracica a basso dosaggio senza mezzo di contrasto. Il consiglio per i pazienti ad alto rischio (fumatori accaniti e o lavoratori esposti ad altri fattori di rischio noti) con età superiore ai 50 anni è quello di sottoporsi all’esame diagnostico una volta ogni due anni.