HPV Papilloma virus

Articolo del 15/03/2023

Cos’è Il Papilloma Virus?

La prevenzione ginecologica è il primo step fondamentale per arrestare la diffusione del cancro.

L’unico modo per prendere in tempo e trattare i tumori al loro stadio iniziale è effettuare programmi di screening periodici, che risultano essere poco invasivi e permettono una diagnosi più facile ed immediata. L’incidenza massima del tumore al collo dell’utero, è nelle donne tra i 45 e i 55 anni.

Cos’è Il Papilloma Virus?
Fattori di rischio e cause
É un’infezione sessualmente trasmissibile data dal Hpv virus, in crescita fra i più giovani, ed è il principale fattore di rischio per il tumore al collo dell’utero. Questo virus purtroppo presenta una quantità di ceppi molto elevata, che ne rende difficile il contenimento della diffusione. L’infezione ha un’alta incidenza di svilupparsi in tumore, per questo che è importante che più pazienti possibili abbiano accesso alla prevenzione.
Approfondiamo l’argomento con il Dottor Monti, ginecologo presso la clinica Arsbiomedica. “Studi recenti hanno dimostrato che il papilloma può essere un elemento determinante per l’aumento degli aborti spontanei, dell’incidenza di tumori al collo dell’utero e può aumentare l’infertilità anche nell’uomo.
Nella donna l’infezione da Hpv virus, è la causa dell’infiammazione nella giunzione squamo-colonnare, il punto in cui si incontrano l’epitelio cilindrico del canale cervicale con quello pavimentoso della portio.

Come si trasmette il papilloma Virus?
La trasmissione del virus avviene attraverso il contatto con mucose ed è legata a rapporti sessuali poco attenti. L’utilizzo del preservativo, rappresenta una protezione e riduce il rischio di infezione, ma non lo elimina del tutto, il virus infatti può infettare anche le parti non coperte dal profilattico. Si capisce quindi che un elemento di trasmissione è il compagno uomo, spesso non controllato.
I fattori che rendono le pazienti più esposte al Papilloma Virus sono: la poca prevenzione sul tema da parte del proprio partner, la presenza di altre infezioni sessualmente trasmissibili, il fumo, l’obesità, l’immunodepressione e infine un’alimentazione non bilanciata.

Fortunatamente il progredire dell’infezione richiede un processo lento e dalle prime lesioni, prima di arrivare allo sviluppo del tumore al collo dell’utero, infatti, può trascorrere un lasso di tempo lungo diversi anni, questo rende possibile la diagnosi precoce, permettendo di intervenire nella sua fase iniziale. Anche se non presenta dei sintomi tipici, nella maggior parte dei casi, i segnali sospetti di infezione da Papilloma Virus sono secrezione vaginale persistente, un sanguinamento atipico dopo i rapporti e dolore pelvico.
Tutti questi sintomi vanno condivisi con il ginecologo che dovrà approfondire per valutare l’entità dei sintomi, e capire cosa si nasconde dietro a questi episodi apparentemente modesti.”

Ci sono rischi per le donne in gravidanza?
“Ci possono essere dei rischi per le donne, durante la gravidanza, perché la replicazione del virus HpV, avviene più velocemente, in presenza di cambiamenti ormonali. Questo può generare verruche genitali, a causa dello svilupparsi di secrezioni vaginali, che se sono di grandi dimensioni possono provocare sanguinamento durante il parto, rendendolo più difficile, portando inevitabilmente ad un taglio cesareo. Queste verruche sono inquadrate come condilomatosi florida.

L’HPV può essere trasmesso al bambino durante la nascita.
In genere non ci sono rischi particolari, perché l’infezione guarirà da sola in poco tempo nel neonato, come nell’adulto. Comunque il taglio cesareo può evitare il contagio del bambino.
L’incidenza del Papilloma virus in gravidanza si stima tra lo 0,5 e il 3% dei casi e le verruche genitali possono essere curate con piccoli interventi chirurgici in anestesia locale con il laser o con elettrobisturi.”

La prevenzione è l’arma più potete contro il cancro al collo dell’utero. 
L’HPV può anche annidarsi nelle cellule del collo dell’utero. La diagnosi viene fatta durante la visita ginecologica, con il Pap Test o Thin Prep, colposcopia e eventuale biopsia mirata. A seconda del tipo di lesione e della eventuale presenza di una gravidanza si può attendere la fine della stessa, oppure decidere di intervenire durante la gestazione, rimuovendo la lesione con un intervento chirurgico chiamato conizzazione possibile entro la 20à settimana di gestazione. Consiglio alle donne di età superiore ai 25 anni di effettuare una Visita ginecologica all’anno, per valutare la situazione clinica e capire con quale frequenza effettuare il Pap test, che è un esame semplice che consiste nel prelievo delle cellule esterne del collo dell’utero, attraverso un tampone.

Ormai da molti anni è possibile anche vaccinarsi, dai 12 anni in poi, per prevenire i nove ceppi di HPV più comuni.

Il vaccino contro il Papilloma Virus è sconsigliato per le donne incinte, perché non si dispone ancora di abbastanza dati per garantire la sicurezza del nascituro.” Per evitare l’alto rischio di diffusione della malattia è importantissima la prevenzione ginecologica.

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