ENDOMENTRIOSI: CHE COS’E’ E COME SI CURA

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L’endometriosi è una malattia oggi ancora sottovalutata e sottostimata nonostante, secondo le ultime ricerche, colpisca tre milioni di donne solo in Italia.

E non solo. È gravata da un ritardo diagnostico, in tutto il mondo, che va dai 7 ai 10 anni. Per questo è importante affidarsi a centri che abbiano una particolare e solida esperienza nella diagnosi e cura di questa patologia.

Ma come riconoscere la malattia? Quali sono i trattamenti e le cure possibili?

Approfondiamo l’argomento con il Prof. Monti, ginecologo della Clinica ArsBioMedica.

Endometriosi: un’infiammazione cronica benigna

“L’endometriosi è una malattia complessa, cronica, di origine infiammatoria, originata dalla presenza anomala di un tessuto simile all’endometrio (cioè, il tessuto che riveste la superficie interna dell’utero e che cresce, e successivamente si sfalda, ogni mese durante il ciclo mestruale) che si localizza al di fuori dell’utero.

Questo tessuto, che, come l’endometrio, risponde ai normali stimoli ormonali, interessa in prevalenza gli organi pelvici (ovaie, tube, legamenti dell’utero, area tra vagina e retto, superficie esterna dell’utero, membrana peritoneale) e determina la formazione progressiva di impianti, noduli o cisti.

Si determina così uno stato di infiammazione cronica che sta alla base della sintomatologia dolorosa”.

Quali sono le cause dell’endometriosi?

La causa più accreditata è quella della mestruazione retrograda, ovvero una condizione in cui il sangue mestruale defluisce attraverso le tube e va a colonizzare il peritoneo e le zone circostanti l’utero e l’ovaio. La mestruazione retrograda però non basta a spiegare tutti i casi di endometriosi, entrano in gioco anche fattori immunitari, infiammatori e di predisposizione genetica. È ammesso che l’endometriosi possa anche derivare ex novo del tessuto di rivestimento della pelvi (per una sorta di metaplasia, ovvero di cambiamento, del tessuto stesso) o da una disseminazione delle cellule endometriali per via linfatica o ematica (quasi come un vero e proprio meccanismo metastatico).

Con quali sintomi si manifesta?

La sintomatologia è legata al processo di azione dell’endometriosi, i focolai infatti si comportano come il sangue mestruale e dunque mestruano. Il sintomo caratteristico dell’endometriosi, laddove presente perché la malattia può anche essere asintomatica, è il dolore: alla mestruazione, nel periodo peri-mestruale, alla defecazione e durante i rapporti sessuali.

Si tratta di un dolore cronico che per alcune donne diventa un fattore invalidante.

Infatti, la paziente interessata da endometriosi può avvertire dolori pelvici localizzati particolarmente intensi, sia durante il ciclo mestruale che nei giorni precedenti o successivi al ciclo stesso.

Un altro sintomo frequente dell’endometriosi è la dispareunia, ossia il dolore durante il rapporto sessuale, che può arrivare a compromettere in modo importante la vita sessuale della coppia, sino a portare all’azzeramento dei rapporti sessuali, portando così un severo stress nella paziente e a interferire con una buona qualità della vita.

Infertilità e endometriosi: quali sono le correlazioni?

Le donne affette da endometriosi possono presentare irregolarità del ciclo mestruale, perché il processo infiammatorio che si instaura può influire sul corretto funzionamento del ciclo ovulatorio.

Oltre che per i problemi disovulatori, l’influenza dell’endometriosi sulla fertilità, è correlata principalmente alle fasi più severe della patologia, quando le localizzazioni pelviche e la presenza di endometriomi ovarici interferiscono con la pervietà delle tube. È dunque importante che tutte le pazienti interessate da endometriosi che hanno in progetto una gravidanza, facciano riferimento allo specialista ginecologo, per valutare le possibilità di trattamento più adatte, anche in relazione alla condizione e al benessere della coppia.

Da tenere presente che sebbene l’endometriosi rientri nei fattori di rischio dell’infertilità, vi sono molte donne interessate dalla patologia che non hanno presentato difficoltà nel concepimento.

Come si fa la diagnosi?

La tendenza della donna a sottovalutare il dolore, considerandolo come qualcosa di normale, e la difficoltà a inquadrare i sintomi, fanno sì che l’endometriosi venga diagnosticata anni dopo la sua effettiva manifestazione.

Per questo è importante rivolgersi a uno specialista ginecologo, anche solo in presenza di mestruazioni molto dolorose, soprattutto in caso di familiarità con la patologia.

“Una diagnosi tempestiva è cruciale: più precocemente si individua la malattia, più precocemente si riesce a trattarla o a contenerla. Se curata sin dalla giovane età, si evita nel tempo che provochi danni anche molto importanti, come la sterilità”, spiega il Dott, Monti.

Il primo fondamentale passo è un’anamnesi accurata. Il ginecologo, attraverso le parole della paziente, deve saper cogliere i segnali e procedere con esami specifici:

  • una visita ginecologica approfondita;
  • un’ecografia transvaginale, utile per individuare la presenza di tessuti in sedi anomale o cisti.

La cura dell’endometriosi

“È bene sottolineare – specifica il Dott. Monti – che, ad oggi, non esiste una cura definitiva; pertanto la terapia, personalizzata sulla singola paziente, ha lo scopo di:

  • bloccare la progressione della patologia;
  • attenuare la sintomatologia”.

L’approccio all’endometriosi è: farmacologico e chirurgico.

La scelta va concordata con lo specialista e il trattamento viene stabilito caso per caso, in base alle caratteristiche della paziente: età, intensità del dolore, presenza di cisti, eventuale desiderio di intraprendere una gravidanza.

“La terapia per l’endometriosi di prima scelta è di solito medica e si attua o riducendo la presenza degli estrogeni con gliestroprogestinici combinati(pillola anticoncezionale, anello vaginale), con terapie progestiniche che bloccano il flusso mestruale. 

“Quando la terapia medica non è efficace o lo stadio della malattia è particolarmente avanzato – approfondisce lo specialista – si ricorrerà alla chirurgia seguita dalla terapia medica per impedire l’alta frequenza delle recidive.

In ArsbioMedica l’intervento viene eseguito per via laparoscopica con tecniche minimamente invasive, in modo da consentire una buona fertilità successiva. Si praticano 3 – 4 fori di piccoli dimensioni sull’addome in cui vengono introdotti gli strumenti chirurgici, si esplora la cavità addominale ricercando ed eventualmente asportando isole endometriosiche, cisti o noduli.

Rilevante, ai fini di contenere i sintomi dell’endometriosi, anche la dieta, in cui devono essere presenti in grande quantità alimenti disintossicanti e antinfiammatori. Vanno quindi inseriti nell’alimentazione quotidiana i cibi ricchi di fibre, come i cereali integrali, la frutta, la verdura e i legumi, e quelli ricchi di acidi grassi Omega 3, presente soprattutto nel pescato.

In conclusione, quando si provano i sintomi che abbiamo elencato e si sospetta una endometriosi, la prima cosa da fare è parlarne con il proprio medico. Affidarsi, quindi, ad uno specialista per ottenere una pronta diagnosi, grazie ad esami specifici, e un percorso di cure adeguate che ridiano serenità e una vita normale.