Articolo del 20/04/2023
I fibromi uterini sono tumori benigni che si sviluppano all’interno dell’utero e rappresentano la forma più comune di neoplasia benigna nelle donne in età fertile. Se trascurati e in crescita, possono notevolmente influenzare la qualità della vita della paziente, quindi è fondamentale non procrastinare le visite ginecologiche che, a meno che lo specialista non dia indicazioni diverse, dovrebbero essere effettuate annualmente.
Approfondiamo l’argomento con il Dott. Monti specialista in Ginecologia della clinica ArsbioMedica.
Sintomi e fattori di rischio
Nella maggior parte dei casi , i fibromi uterini sono asintomatici e costituiscono un reperto occasionale di un esame obiettivo ginecologico o di un ecografia pelvica. Solo il 20% delle donne con fibroma uterino giunge alla visita riferendo sintomi che consistono in: sanguinamento uterino anomalo, dolore pelvico o infertilità. Inoltre, se il fibroma continua a crescere e subisce una degenerazione, può provocare una sensazione di pesantezza o un dolore intenso, sia acuto che cronico. Alcuni sintomi legati al sistema urinario, come l’aumento della frequenza urinaria durante il giorno, possono derivare dalla pressione esercitata sulla vescica, mentre sintomi come la stitichezza possono essere causati dalla compressione dell’intestino.
L’età costituisce un fattore di rischio per i fibromi, la cui incidenza nel periodo fertile cresce progressivamente fino alla menopausa. Dopo la menopausa si assiste ad un’inversione di tendenza, con una riduzione di numero e dimensioni.
La diagnosi del fibroma uterino
La diagnostica dei fibromi uterini inizia con l’esplorazione vaginale che permette di rilevare un utero di dimensioni aumentate e a superfice irregolare in misura variabile in funzione delle dimensioni e del numero di fibromi presenti. L’introduzione dell’ecografia ha consentito un significativo salto di qualità nella diagnostica dei fibromi uterini. L’indagine viene eseguita per via transvaginale con sonde ad alta frequenza. L’ecografia permette una corretta e precisa mappatura di tutti i fibromi presenti, in termini di numero, sede e dimensioni e costituisce un prerequisito fondamentale prima di procedere con un intervento chirurgico.
Terapia farmacologica
Il trattamento del fibroma uterino dipende dalla gravità dei sintomi, dalle dimensioni del fibroma e dall’età della paziente.
Se il fibroma è di piccole dimensioni e non causa sintomi significativi, il ginecologo potrebbe suggerire un monitoraggio periodico senza alcun intervento. In alcuni casi, possono essere prescritti Antiinfiammatori non steroidei (FANS) per alleviare il dolore e il disagio associati ai fibromi.
Alcuni farmaci come i contraccettivi orali o i farmaci contenenti progestinici possono aiutare a ridurre i sintomi del fibroma. La terapia ormonale può ridurre le mestruazioni abbassando i livelli di estrogeni.
L’Intervento chirurgico
La tecnica chirurgica può variare in base alle dimensioni dei miomi uterini. Per miomi di grandi dimensioni, la rimozione può essere eseguita attraverso una procedura di minilaparoscopia. Al contrario, l’isteroscopia, una tecnica mininvasiva, è preferibile per miomi più piccoli situati nella zona sottomucosa dell’utero. Miomi sottosierosi e intramurali, situati nella parete dell’utero, richiedono interventi laparoscopici o laparotomia tradizionale. L’intervento laparoscopico richiede anestesia generale e un ricovero di 2-3 giorni, mentre l’isteroscopia prevede solo sedazione profonda e consente il rientro a casa lo stesso giorno. Quest’ultima è la scelta preferita per lo studio dei miomi intramurali e sottomucosi, poiché fornisce dettagli sulle dimensioni, la posizione, la distanza dalle tube e la presenza di eventuali patologie aggiuntive.
Tuttavia, durante la visita di controllo fissata a 30 giorni dall’intervento, insieme al ginecologo, si potrà pianificare quando iniziare a cercare una gravidanza. È importante notare che il tempo necessario per la completa guarigione dell’utero può variare e potrebbe richiedere alcuni mesi.