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Articolo del 15/09/2023

Quando il dolore e le limitazioni motorie causate da gravi patologie dell’anca persistono nonostante la fisioterapia e l’uso di farmaci antinfiammatori e antidolorifici, potrebbe essere opportuno considerare la sostituzione dell’articolazione malata con una protesi d’anca. Tuttavia, la decisione di procedere con questa operazione e la scelta del tipo di protesi da utilizzare sono soggette a valutazione individuale da parte del chirurgo.

Infatti, diverse variabili influenzano questa decisione, tra cui l’età del paziente, le condizioni fisiche generali, il peso corporeo e lo stadio specifico della malattia dell’anca.

Affrontiamo il tema dell’intervento di protesi d’anca con il dottor Marco Villa, specialista in Ortopedia della clinica Arsbiomedica, esperto nella chirurgia protesica di anca e ginocchio.

Che cos’è l’artrosi dell’anca?

Il progressivo deterioramento della cartilagine articolare è una conseguenza dell’invecchiamento, poiché le cellule del nostro corpo tendono a perdere forza con il passare del tempo. Questo processo si manifesta attraverso due principali forme:

L’artrosi primaria, che si verifica senza una causa specifica ed è tipica dell’invecchiamento.

L’artrosi secondaria, che può essere causata da vari fattori, tra cui traumi, malformazioni congenite, patologie che si manifestano nell’adolescenza o l’esecuzione prolungata di sport ad alto impatto che mettono a dura prova l’articolazione.

Quali sono i sintomi?

Il sintomo principale è il disagio durante il movimento, che diminuisce quando ci si riposa. Nelle fasi iniziali, si manifesta principalmente nell’area dell’inguine e si estende fino alla parte anteriore e interna della coscia, talvolta arrivando fino al ginocchio. Altri segni e sintomi che possono verificarsi sono: Dolore alla schiena, che talvolta può essere erroneamente confuso con una sciatalgia semplice, Problemi nella capacità di camminare, Sensazione di instabilità, con la percezione che la gamba possa cedere.

Quali sono le terapie?

Le terapie per l’artrosi dell’anca possono variare in base alla gravità della condizione:

Fase iniziale: Quando l’usura della cartilagine è leggera, le terapie possono comprendere metodi conservativi come la fisioterapia, esercizi per rafforzare i muscoli dell’anca e l’uso di farmaci antinfiammatori per gestire il dolore.

Fase intermedia :Con un deterioramento più marcato della cartilagine e crepe, le opzioni di trattamento includono ancora terapie conservativi, ma potrebbero essere considerate anche iniezioni di corticosteroidi o terapie rigenerative come l’acido ialuronico o il PRP.

Fase avanzata: Quando la cartilagine è completamente danneggiata con crepe importanti, la soluzione più comune è l’impianto di una protesi d’anca attraverso l’artroplastica.

La scelta del trattamento dipende dalla gravità della coxartrosi e da altre considerazioni individuali. Un consulto con un medico specializzato è essenziale per stabilire il piano di trattamento più appropriato per ogni paziente.

L’intervento chirurgico in Arsbiomedica

Arsbiomedica offre un protocollo di intervento di altissima qualità per l’impianto di protesi all’anca. Questa procedura è caratterizzata da tempi rapidi di esecuzione, riducendo al minimo l’impatto sul paziente.

Per quanto riguarda le opzioni di protesi disponibili per i pazienti, va notato che l’intervento di impianto di protesi può prevedere la sostituzione completa dell’articolazione danneggiata o solo di una parte di essa, con l’obiettivo di offrire la soluzione più efficace e meno invasiva possibile, a seconda delle necessità individuali del paziente

I tempi di recupero dipendono non solo dalle condizioni di salute del paziente, ma anche dall’impegno e dalla determinazione che il paziente dimostra durante il processo di riabilitazione. Alcune persone determinate possono recuperare in poche settimane, mentre altre potrebbero richiedere qualche settimana in più per ottenere risultati ottimali.

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