Sono sempre di più coloro che si rivolgono al chirurgo per risolvere dolori di anca e ginocchio che non rispondono a terapie non invasive. L’intervento di protesi, o sostituzione articolare, è risolutivo, ma un elevato numero di pazienti vi rinuncia per timore di lunghi tempi di recupero dopo l’intervento.
Non sempre la situazione prevede tempistiche così lunghe e in Arsbiomedica è possibile alzarsi dal letto in tempi brevi dall’intervento chirurgico e riprendere a camminare fin da subito.
Ne parliamo con il Dott. Marco Villa, ortopedico in Arsbiomedica ed esperto nella chirurgia protesica di anca e ginocchio.
Come mai è necessario intervenire su anche e ginocchia?
L’integrità delle articolazioni ci consente di camminare, stare seduti, mantenere la stazione eretta e svolgere le attività quotidiane senza sentire dolore. Dobbiamo però considerare che, mentre si cammina, a ogni passo l’insieme del peso corporeo e dell’attività muscolare sollecitano le articolazioni degli arti inferiori con un carico di qualche quintale. Non è così strano che, in età avanzata, queste articolazioni possano presentare segni degenerativi e che talvolta diventi necessario sostituirle.
Fino a qualche anno fa, l’intervento di sostituzione articolare di anca o ginocchio (artroprotesi) prevedeva lunghi periodi di allettamento e di degenza. Tutto ciò oggi è radicalmente cambiato, grazie all’introduzione dell’approccio Fast Track.
Cos’è il Fast Track?
Il Fast Track, letteralmente percorso di recupero veloce, nasce più di vent’anni fa nell’ambito della chirurgia addominale, diffondendosi negli anni successivi anche in altre specialità chirurgiche. Tra i primi ad averlo introdotto in ambito ortopedico, vi sono le cliniche del Nord Europa e degli USA e attualmente si sta diffondendo in maniera rapida anche negli istituti clinici più all’avanguardia.
La Fast Track Surgery nella chirurgia protesica dell’anca
Il percorso Fast Track nella chirurgia protesica dell’anca e del ginocchio permette la ripresa della funzionalità degli arti in tempi rapidi. La particolare gestione del paziente prima, durante e dopo l’intervento, riduce fortemente l’impatto clinico-chirurgico e il dolore post-operatorio e agevola la mobilizzazione immediata post-chirurgica.
Un team di specialisti, ortopedici, anestesisti, fisioterapisti, infermieri, è coinvolto nel percorso Fast Track.
Quali sono i pazienti candidati alla Fast Track Surgery?
Il percorso Fast Track è particolarmente indicato per i pazienti che soffrono di artrosi primitiva e secondaria dell’anca, e che hanno avuto indicazione clinica per il posizionamento di un impianto protesico mini invasivo.
Spetta allo specialista valutare caso per caso l’opportunità di applicare o meno il percorso, verificando con attenzione la presenza di altre patologie associate che potrebbero rendere più complicato il percorso o di problematiche legate all’età e al grado di autonomia nel movimento presente prima dell’intervento.
La scelta percorso Fast Track è inoltre subordinata al fatto che il paziente, al di là del quadro clinico complessivo, abbia la possibilità di contare, una volta dimesso dalla struttura, su familiari o amici che possano essergli di fattivo sostegno.
Come prepararsi alla Fast Track Surgery?
Al paziente vengono inoltre fornite indicazioni sui comportamenti da adottare sin dall’immediato post-operatorio, sia per la prevenzione delle complicanze, sia per la ripresa delle attività quotidiane, con particolare attenzione a queste modalità di comportamento:
- mobilizzazione e non assunzione di posture anomale;
- attuazione dei cambi posturali letto-sedia-wc;
- verticalizzazione e deambulazione con ausilii.
Riabilitazione e ritorno a casa
Le prime forme di assistenza successive all’intervento all’anca o al ginocchio in modalità Fast Track interessano la gestione del dolore e a ripresa delle normali funzioni viscerali.
Il programma riabilitativo ha inizio poco dopo l’intervento, con la mobilizzazione passiva cui fa seguito la ripresa della deambulazione assistita con due stampelle e con l’intervento di un fisioterapista.
La riabilitazione prosegue in modo intensivo nei giorni successivi, con l’obiettivo di raggiungere un adeguato recupero operativo, tale da rendere il paziente autonomo nelle sue attività principali, come la cura della persona, la deambulazione, la capacità di salire e scendere le scale.
I vantaggi del Fast Track in Arsbiomedica
In clinica è possibile, grazie al lavoro integrato di chirurghi, anestesisti, fisioterapisti e infermieri, raggiungere la stazione eretta poche ore dopo l’intervento di artroprotesi ed essere autonomi nel cammino.
“Dopo poche ore dall’intervento, il fisioterapista valuta il recupero sensitivo-motorio e l’ortopedico verifica il sito chirurgico e i drenaggi. Valutata positivamente la situazione da entrambe le figure, si procede alla verticalizzazione del paziente che da seduto raggiunge la stazione eretta e cammina con l’ausilio di un deambulatore.
Grazie alla collaborazione tra équipe medica, fisioterapica e infermieristica è stato possibile organizzare un percorso di cura che inizia prima dell’intervento e continua fino alla dimissione.
“Attualmente, la maggior parte dei nostri pazienti raggiunge l’autonomia poco dopo l’operazione, potendo rientrare a casa pochi giorni dopo l’intervento chirurgico”, conclude il Dott. Villa.