
Articolo del 10/07/2025
Check-up ginecologico a Roma: quando farlo e perché, in base all’età
Prendersi cura della propria salute ginecologica non significa soltanto affrontare eventuali problemi quando si presentano, ma imparare ad ascoltare il proprio corpo, a conoscerlo e a prevenire ciò che può essere evitato.
Dalla pubertà alla menopausa, ogni fase della vita porta con sé cambiamenti, esigenze e domande specifiche.
Eppure, molte donne ancora oggi trascurano i controlli periodici o rimandano una visita importante, spesso per imbarazzo o per mancanza di informazioni. Ecco perché è fondamentale parlarne con chiarezza e normalità.
Ma quando iniziare? Quanto spesso è necessario fare i controlli? E cosa cambia a seconda dell’età?
Ne parliamo con il Professor Monti, ginecologo della clinica Arsbiomedica, che ci guida tra le tappe fondamentali della salute femminile.
A che età è consigliato fare la prima visita ginecologica?
Generalmente, consigliamo la prima visita tra i 16 e i 21 anni, o comunque dopo i primi rapporti sessuali, anche in assenza di problemi. È un momento importante, non solo dal punto di vista clinico, ma anche relazionale: serve a creare un primo contatto con il medico e a parlare di temi come il ciclo, la sessualità, i metodi contraccettivi, la prevenzione delle infezioni. L’approccio è sempre delicato, rispettoso e personalizzato.
Dopo i 30 anni, cosa cambia?
Tra i 30 e i 40 anni la prevenzione si intensifica. Oltre al Pap test, consiglio il test HPV DNA per identificare la presenza del papillomavirus, che può precedere l’insorgenza di lesioni. Se ci sono tentativi di gravidanza o difficoltà nel concepire, è utile iniziare a monitorare anche l’ovulazione e la riserva ovarica. Inoltre, dopo i 35, valutiamo con attenzione anche eventuali fibromi o cisti.
E per le donne tra i 40 e i 50 anni?
Questa è una fase chiave, perché si cominciano ad avvertire i primi segnali del climaterio, cioè il periodo di transizione verso la menopausa. I controlli vanno fatti ogni anno, includendo visita ginecologica, ecografia pelvica e transvaginale, Pap test se non già fatto, e in alcuni casi anche mammografia se non già richiesta da altri specialisti. È anche il momento per parlare di salute ossea, sessualità e benessere psicofisico eseguendo una MOC, per lo studio del femore e della colonna vertebrale.
E dopo la menopausa?
Contrariamente a quanto si pensi, la salute ginecologica non finisce con la menopausa. Le donne over 50 dovrebbero continuare i controlli, anche in assenza di sintomi. In questa fase valutiamo la mucosa vaginale, il pavimento pelvico, eventuali prolassi o incontinenza, e monitoriamo le variazioni ormonali.
La prevenzione del tumore dell’endometrio e delle ovaie è ancora centrale. E poi parliamo anche di qualità della vita, perché con gli strumenti giusti, si può vivere bene anche in post-menopausa.
In Arsbiomedica, come affrontate questo percorso?
In Arsbiomedica, esiste Arsbiodonna, un percorso completo per tutte le donne, che grazie alla presenza di più specialisti e all’approccio multidisciplinare, garantisce a tutte le donne un percorso personalizzato, costruito sulle esigenze di ogni singola paziente.
Ogni donna viene seguita con attenzione, professionalità, costruendo un rapporto basato su ascolto e fiducia. Dalla giovane ragazza alla donna in menopausa, i nostri percorsi di prevenzione sono costruiti per rispondere alle esigenze di salute di tutte le donne in tutte le fasi della loro vita.