Articolo del 08/05/2023

La tiroide è una ghiandola endocrina situata nella regione anteriore del collo, davanti alla trachea, il cui ruolo è quello di produrre alcuni particolari ormoni, detti appunto ormoni tiroidei.

A volte questa ghiandola può andare incontro a problematiche di varia natura, dovute all’alterazione nella produzione di questi ormoni o alla formazione di lesioni morfologiche della ghiandola stessa, i cosiddetti noduli tiroidei.

Il Prof. Bellia, specialista in Endocrinologia dell’Arsbiomedica ci spiega cosa sono i noduli alla tiroide e quando è necessario intervenire asportandoli chirurgicamente.

Ipotiroidismo e Ipertiroidismo

Come abbiamo visto sopra, la tiroide può andare incontro a problemi di diversa natura. Nel caso di un’alterazione della produzione di ormoni, possiamo avere:

  • Ipotiroidismo: la tiroide funziona di meno, cioè non è più in grado di produrre una quantità di ormoni sufficiente alle richieste dell’organismo, con conseguenze su tutti i principali organi e apparati; in estrema sintesi, l’organismo avrà maggiori difficoltà nel produrre l’energia necessaria a mantenere la propria vitalità;
  • Ipertiroidismo: la tiroide funziona di più, si determina un eccesso di ormone tiroideo nel sangue con conseguente stato di “iperattivazione” di tutte le principali funzioni.

I noduli alla tiroide

Nel caso invece delle alterazioni morfologiche della ghiandola tiroide, parliamo di noduli tiroidei.

Queste lesioni sono per la maggior parte asintomatiche e vengono diagnosticate per caso, magari eseguendo un’ecografia del collo per altre ragioni. In qualche caso alcuni noduli possono essere iperfunzionanti – i cosiddetti noduli “caldi” – ed associarsi effettivamente ai sintomi propri dell’ipertiroidismo.

Soltanto i noduli di più grosse dimensioni, che alterano il profilo della ghiandola (il cosiddetto “gozzo”), possono dare segno di sé attraverso la difficoltà a deglutire o l’abbassamento del tono della voce. Ma la cosa più importante è ovviamente escludere l’eventuale natura neoplastica del nodulo tiroideo.

Ci sono alcuni fattori predisponenti la formazione dei noduli tiroidei, quali la familiarità per questo tipo di malattia, la carenza di iodio nella alimentazione oppure l’inquinamento ambientale.

La diagnosi precoce nei soggetti predisposti è necessaria, partendo dall’evidenza che le terapie oggi disponibili consentono di curare – se non di guarire in maniera assoluta – anche i casi eventualmente più severi.

Gli esami da fare

Nella maggior parte dei casi si scopre la presenza di noduli alla tiroide in occasione di esami eseguiti per altre ragioni (ad esempio una TAC del torace oppure un’ecocolorDoppler dei vasi arteriosi del collo).

L’ecografia del collo rappresenta l’esame strumentale più utile, se si sospetta un problema di questo tipo – spiega il medico -, perché permette di visualizzare tutta la tiroide nelle sue principali caratteristiche, quali le dimensioni della ghiandola, l’eventuale compressione su altri organi adiacenti, la vascolarizzazione e per l’appunto la presenza di noduli.

Del nodulo tiroideo vanno valutate ecograficamente alcune caratteristiche che possono associarsi alla natura maligna della lesione: dimensioni, contenuto solido o fluido, ecogenicità, forma, irregolarità dei margini, presenza di microcalcificazioni.

Utile inoltre valutare la funzione ghiandolare – mediante il dosaggio degli ormoni tiroidei – e l’eventuale presenza di auto-anticorpi specifici per la tiroide.

Asportazione dei noduli alla tiroide: quando si fa

In caso di lesioni ecograficamente sospette si procede all’esame citologico mediante agoaspirato eco-guidato. Si tratta di un esame semplice, da eseguire in ambulatorio e senza particolare preparazione, che consente di classificare il nodulo in base alla sua probabilità di essere effettivamente un tumore maligno.

I noduli tiroidei ad elevato rischio di malignità – secondo giudizio clinico e sulla base delle caratteristiche ecografiche e citologiche del nodulo – richiedono l’asportazione chirurgica.

Nella maggior parte dei casi si procede all’asportazione dell’intera tiroide (tiroidectomia totale), cui farà seguito la terapia sostitutiva con ormone tiroideo da assumere per bocca. Talvolta, nei casi di lesioni a basso rischio di malignità ma comunque suscettibili di soluzione chirurgica, si provvede all’asportazione del solo lobo tiroideo interessato dal nodulo risparmiando quindi l’altra metà della tiroide ed evitando la terapia sostitutiva.

In altri casi – conclude il medico – si può rendere necessario asportare la tiroide anche senza evidenza o sospetto di malignità, ma in presenza di noduli di grosse dimensioni che configurano dei voluminosi gozzi tiroidei. In questi casi l’asportazione chirurgica risponde a ragioni “meccaniche”, per risolvere la compressione o la deviazione a carico di organi adiacenti quali la trachea, l’esofago o i nervi laringei.

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