
Articolo del 26/09/2025
La prevenzione del seno non si basa solo su uno stile di vita sano: l’arma più efficace è la diagnosi precoce: solo con controlli regolari, tecnologie avanzate ed un personale altamente qualificato che ti segue passo passo è possibile individuare lesioni molto piccole e intervenire subito, aumentando le possibilità di guarigione e di vivere con serenità.
Ne parliamo con la Prof.ssa Chiara Pistolese, professore associato dell’università di Tor Vergata e radiologa senologa della clinica all’interno del percorso Arsbiodonna
Lo stile di vita sano è sufficiente come prevenzione del tumore della mammella?
Lo stile di vita è indubbiamente molto importante per ridurre il rischio di ammalarsi per quanto riguarda qualunque malattia, ma purtroppo non è sufficiente, infatti sebbene i fattori di rischio svolgano un ruolo significativo per questa patologia, il maggior numero di lesioni si manifesta in modo occasionale.
Direi quindi che l’unica vera prevenzione è la diagnosi precoce, tramite gli esami diagnostici strumentali che ci consentono di identificare lesioni di dimensioni molto piccole con un conseguente significativo impatto sul trattamento e quindi sulla prognosi, aumento del numero di donne guarite e anche aumento della sopravvivenza a distanza dopo la patologia
Quando inizia la prevenzione e in quali fasi della vita delle donne cambia?
Gli esami hanno inizio a 40 anni con una mammografia ed una ecografia, ma questo è anche in relazione alla storia clinica e familiare di ogni singola donna.
L’esame più indicato per una donna con età inferiore ai 40 anni è invece l’ecografia, quindi dai 40 anni si dovrà eseguire una mammografia che è l’esame Gold standard per la diagnosi del tumore della mammella sempre associata a una complementare ecotomografia, quindi la mammografia e l’ecografia devono essere eseguite ogni anno da ogni donna, sempre (con un contestuale esame clinico.
Dobbiamo considerare che la fascia di età con la più alta probabilità di sviluppare un carcinoma della mammella è generalmente dopo i 50 anni, in particolare tra i 65 e i 75, ma abbiamo assistito ad un aumento del rischio anche per donne al di sotto dei 50 anni, quindi donne anche più giovani.
Un’esposizione continua e prolungata ad esempio agli estrogeni dovuta a una menopausa tardiva o anche l’assunzione della terapia ormonale sostitutiva può aumentare il rischio di ammalarsi di un tumore al seno.
Va inoltre considerata la presenza di eventuali fattori di rischio come le mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2 o anche una storia familiare significativa di neoplasia della mammella.
Quanto è importante avere a disposizione le apparecchiature adatte e un team dedicato per la salute della donna?
Direi che questo è fondamentale, infatti grazie allo sviluppo tecnologico abbiamo a disposizione delle apparecchiature con altissime qualità d’immagine che ci aiutano ad individuare le lesioni quando ancora di piccolissime dimensioni.
In particolare la presenza di personale dedicato, altamente qualificato sia tecnico che medico consentono di eseguire e di guidare l’esecuzione dell’esame in modo rigoroso, con la possibilità quindi di approfondire immediatamente e chiarire eventuali immagini sospette.
Professoressa quali sono le domande più frequenti che le fanno le pazienti?
Le domande più frequenti che mi porgono le pazienti riguardano la differenza tra i due esami diagnostici, la mammografia e l’ecografia, o se questi esami possono uno sostituire l’altro. In realtà sono due esami complementari e ognuno di questi aumenta il valore diagnostico dell’altro.
La mammografia è l’esame indicato a partire dai 40 anni e ci permette di identificare alcune lesioni non evidenziabili all’esame ecografico, come ad esempio le microcalcificazioni, ma ci consente anche di guidare la successiva esecuzione dell’ecografia nel chiarire reperti mammografici sospetti, ma anche di escludere la presenza di eventuali lesioni che possono nascondersi in mammelle, a prevalente rappresentazione della componente ghiandolare e quindi in mammelle dense.
Altra domanda frequente riguarda la tempistica di esecuzione di questi esami, è corretto eseguire mammografia e dopo sei mesi l’ecografia per stare più sotto controllo?
Questo è un grande errore ma ancora molto diffuso, come abbiamo detto l’ecografia aumenta il potere diagnostico della mammografia e per questo devono essere eseguiti contestualmente.