Articolo del 25/02/2021

Tra il benessere sessuale e quello cardiovascolare la relazione è forte. Uno dei disturbi sessuali più comuni nel sesso maschile è la disfunzione erettile, una condizione multifattoriale che può essere anche il sintomo di una malattia cardiaca. Ne parliamo con il Prof. Giuseppe Sangiorgi, cardiologo e coordinatore del team Mens Health Clinic della Ars Biomedica.

Il deficit erettile

La disfunzione erettile è una condizione caratterizzata dall’incapacità di raggiungere o mantenere un’erezione per terminare un rapporto sessuale. Nel soggetto normale, dal sistema nervoso partono degli impulsi che inducono il rilassamento della muscolatura dei corpi cavernosi del pene e anche l’aumento dell’afflusso di sangue in questi distretti. Se paragoniamo il meccanismo dell’erezione ad una gomma di automobile che viene gonfiata, per avere un’erezione naturale abbiamo quindi bisogno di un sistema nervoso funzionante (qualcuno che attivi l’aria); un buon flusso arterioso (il tubo del compressore); dei corpi cavernosi sani (una buona camera d’aria); la capacità di bloccare la fuoriuscita venosa di sangue (che non vi sia perdita nella camera d’aria). In oltre il 70% dei soggetti, la disfunzione erettile è legata ad un restringimento del “tubo del compressore”, cioè dei vasi che portano sangue ai corpi cavernosi, ci dice il Prof. Sangiorgi.

Uno dei fattori di rischio non modificabili della disfunzione erettile è naturalmente l’età. La sua incidenza, infatti, comincia ad aumentare dopo i quarant’anni. Come ricorda la Società italiana di Urologia il 65% degli uomini di 70 anni è interessato da disturbi della potenza sessuale. Ma questa condizione è correlata anche allo stato di salute dell’uomo. Il deficit erettile, infatti, può essere causato da problemi neurologici, psicologici, ormonali e anche vascolari. Il diabete mellito, la carenza di testosterone fino a disturbi di ordine psicologico come l’ansia e la depressione sono tutti correlati al deficit erettile. Ecco perché si definisce disturbo multifattoriale ed ecco perché per definire il trattamento della disfunzione è necessario individuare la causa sottostante.

“La disfunzione erettile non è una “malattia” ma un sintomo ha spiegato il Prof. Sangiorgi -. Condivide infatti con la malattia cardiovascolare tutti i fattori di rischio quali l’ipertensione, la dislipidemia, il diabete, la sedentarietà, il fumo e la non corretta alimentazione che porta all’aumento di peso. Pertanto la prima terapia per evitare non solo le malattie cardiovascolari ma anche la disfunzione erettile è la prevenzione, agendo fin da giovani sullo stile di vita”.

Cuore e disfunzione erettile

Il deficit erettile, inoltre, è correlato alla sindrome metabolica, un gruppo di condizioni e malattie che possono aumentare il rischio cardiovascolare individuale: l’aumento della glicemia, l’ipertensione, l’obesità addominale, un aumento dei trigliceridi e una riduzione del colesterolo “buono” HDL.

Numerose ricerche, tra cui una metanalisi di più studi recentemente pubblicata su Vascular Medicine ha ricordato come sia importante porre attenzione anche alla disfunzione erettile come fattore di rischio della salute cardiovascolare. Questo perché tanto la malattia cardiovascolare quanto la disfunzione erettile condividono gli stessi fattori di rischio che incidono negativamente sul funzionamento dei vasi sanguigni in tutti i distretti corporei e pertanto anche quelli dell’area genitale.

“In presenza dei fattori di rischio precedentemente indicati la disfunzione erettile può essere spia di malattia vasculo-metabolica – ha proseguito il Prof. Sangiorgi – pertanto la diagnosi precoce e il corretto trattamento, non solo farmacologico ma anche educazionale e comportamentale, non solo permettono di migliorare la funzione sessuale ma possono salvare la vita evitando nel futuro il rischio di eventi vascolari”.

L’ipotesi dei ricercatori è che la valutazione della disfunzione potrebbe essere uno strumento per la stratificazione del rischio in particolare tra i giovani. Hanno pertanto condotto una meta-analisi di 28 studi che hanno esaminato la relazione tra questa affezione e la malattia cardiovascolare subclinica. Hanno riferito, in conclusione, una significativa associazione tra il deficit erettile e la funzione endoteliale pregiudicata. Questa è un marcatore dell’abilità dei vasi sanguigni di rilassarsi oltre a un segno precoce dello sviluppo di malattia vascolare. La disfunzione era anche associata a un aumento dello spessore medio intimale della carotide, un marcatore precoce di aterosclerosi.

La disfunzione erettile potrebbe essere considerata come un elemento dal valore predittivo dello sviluppo di malattia cardiovascolare subclinica e dunque silente, in particolare tra i 40 e i 50 anni? “. Come detto la disfunzione erettile non è solo di natura vascolare e quindi andrebbe indagata in modo completo e su tutti i possibili fronti causali. Se si escludono altre patologie e l’ipotesi vascolare dovesse diventare prevalente, è bene pensare anche all’ipotesi di una patologia vascolare multisede e quindi valutare il coinvolgimento cardiaco” risponde il Prof. Sangiorgi.

Oggi però la buona notizia è che questo disturbo – se di origine vascolare – può essere efficacemente trattato dice il Prof. Sangiorgi. Infatti, oggi è possibile eseguire un’angioplastica con palloncino (come si fa sulle arterie coronarie) e riaprire i vasi che portano il sangue ai corpi cavernosi, perché il disturbo scompaia completamente.   

In conclusione, la patologia aterosclerotica delle arterie peniene può essere causa di disfunzione erettile in soggetti con fattori di rischio cardiovascolari e questa dovrebbe essere sempre ricercata nei pazienti che sono affetti da cardiopatia ischemica e che presentano un profilo di rischio elevato (diabete non controllato, fumo di sigaretta, ipertensione non controllata, pregresse angioplastiche coronariche), conclude la specialista.

 

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