Articolo del 19/05/2023

La gonartrosi è una forma di artrosi che coinvolge l’articolazione del ginocchio ed è tra le patologie ossee più comuni. Si caratterizza per un graduale deterioramento della cartilagine articolare ed è prevalentemente riscontrata nelle persone di età superiore ai 50 anni.

Quando la gonartrosi colpisce solo una parte specifica del ginocchio, è possibile evitare la sostituzione totale dell’articolazione, preservando alcune delle strutture coinvolte e migliorando così le probabilità di successo dell’intervento.

La funzione principale della cartilagine all’interno delle ossa consiste nel consentire un movimento fluido delle superfici articolari, anche sotto stress. Poiché la cartilagine non è in grado di rigenerarsi, la gonartrosi progredisce nel tempo e può causare: limitazioni nella mobilità dell’articolazione del ginocchio, sensazioni di dolore e nelle situazioni più gravi, deformità articolari.

In questi casi, vengono impiegate protesi monocompartimentali, le quali consentono di effettuare un intervento chirurgico meno invasivo, concentrato esclusivamente sulla parte danneggiata dell’articolazione. Approfondiamo  l’argomento con il Dott. Lucci, specialista in Ortopedia della Clinica Arsbiomedica ed esperto nella chirurgia protesica mini-invasiva di ginocchio e anca.  

Cos’è la protesi monocompartimentale al ginocchio

La protesi monocompartimentale, conosciuta anche come unicompartmentale, rappresenta una procedura chirurgica impiegata per affrontare il problema dell’artrosi nell’articolazione del ginocchio. Invece di sostituire l’intera articolazione del ginocchio con una protesi, questa tecnica chirurgica si concentra esclusivamente sulla parte danneggiata dell’articolazione.

L’articolazione del ginocchio è suddivisa in tre compartimenti: il compartimento interno (detto anche mediale), il compartimento esterno (laterale) e il compartimento anteriore. Quando solo uno di questi compartimenti è affetto da danni, il chirurgo può optare per la protesi monocompartimentale per la sostituzione di quella parte specifica dell’articolazione.

La procedura della protesi monocompartimentale presenta vari vantaggi rispetto alla sostituzione totale dell’articolazione del ginocchio. E’ meno invasiva, il che si traduce in un recupero più rapido per i pazienti. Inoltre, questa opzione può risultare adatta per i pazienti più anziani o meno attivi che non necessitano di una sostituzione completa dell’articolazione.

Tuttavia, è fondamentale sottolineare che non si tratta di una soluzione universale per tutti i pazienti con artrosi al ginocchio. È essenziale consultare un chirurgo ortopedico per determinare se questa procedura sia appropriata per la situazione specifica di ciascun paziente.

L’intervento: in cosa consiste

La sostituzione monocompartimentale dell’articolazione del ginocchio può essere eseguita attraverso un approccio chirurgico meno invasivo rispetto alla protesi totale, poiché coinvolge una zona più limitata.

Durante la procedura, la cartilagine danneggiata nella parte interessata dell’articolazione viene rimossa, e vengono collocati rivestimenti protesici in metallo sia sul femore che sulla tibia, fissandoli con un cemento speciale. Tra queste due parti metalliche viene inserito uno spessore di materiale plastico per facilitare il movimento e ridurre l’attrito.

È di importanza fondamentale sottoporsi a una risonanza magnetica prima dell’intervento per valutare lo stato dei legamenti e la degenerazione della cartilagine, compreso eventuali danni al tessuto osseo sottostante.

Nel caso in cui non sia possibile effettuare una risonanza magnetica, ad esempio a causa della presenza di un pacemaker, si può optare per una tomografia computerizzata (TAC) come alternativa diagnostica.

I vantaggi della protesi monocompartimentale

La protesi monocompartimentale si caraterizza per la capacità di sostituire solo la parte danneggiata dell’articolazione, a differenza della protesi totale. In altre parole, essa mira a rimpiazzare solamente il compartimento articolare che è stato colpito negativamente. Di conseguenza, esistono diverse tipologie di protesi monocompartimentali, ciascuna progettata per affrontare specifiche zone danneggiate dell’articolazione. I principali vantaggi sono:

  • Un’incisione più breve durante l’intervento chirurgico;
  • La rimozione di una quantità minore di tessuto osseo;
  • Una minor quantità di perdite ematiche;
  • Un periodo di ricovero più breve;
  • Tempi di recupero più rapidi;
  • La possibilità di tornare alle attività quotidiane e a quelle sportive non intense in modo più veloce;
  • Una maggiore sensibilità e una sensazione di stabilità nell’articolazione;
  • Adattabilità sia a pazienti sportivi che a persone anziane.

Tuttavia, è importante tenere presente che la protesi monocompartimentale potrebbe non eliminare completamente il dolore in tutti i casi e tende ad avere una durata più limitata rispetto alla protesi totale. Inoltre, essa non è adatta a tutti i tipi di pazienti. La protesi monocompartimentale non è indicata per pazienti che presentano artrosi che coinvolge più di un compartimento, deformità articolari, condizioni infiammatorie, rottura del legamento crociato anteriore pregressa, interventi di osteotomia precedenti, o per coloro che praticano sport di contatto o svolgono lavori che mettono a dura prova l’articolazione del ginocchio.

Tempi di recupero

La pianificazione della riabilitazione dopo l’intervento chirurgico deve essere attentamente studiata, ma è altrettanto cruciale che il paziente si dedichi completamente al suo percorso di recupero per ottenere una guarigione ottimale.

La fisioterapia è un elemento di vitale importanza e richiede un rigoroso impegno da parte del paziente al fine di riacquistare un pieno uso del movimento del ginocchio. Senza questa fase di riabilitazione, i tempi necessari per il recupero completo saranno considerevolmente più lunghi e le possibilità di non ripristinare un movimento ottimale dell’articolazione del ginocchio saranno notevolmente aumentate.

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