Articolo del 11/04/2023

La malattia di Parkinson (MP) è una patologia degenerativa cronica contraddistinta dalla graduale disfunzione e degenerazione delle cellule cerebrali, chiamate neuroni, responsabili della produzione di dopamina, una molecola cruciale per la regolazione dei movimenti volontari.

Riconoscere la malattia in una fase iniziale tramite un adeguato percorso diagnostico e l’adozione di un approccio multidisciplinare per la gestione della malattia sono elementi fondamentali per poter implementare rapidamente le strategie terapeutiche più appropriate, migliorando così le prospettive di prognosi e la qualità di vita del paziente.

Approfondiamo questa tematica con il Dott. Alessandro Zampogna, specialista in Neurologia della Clinica ArsBioMedica, coordinato dalla Prof.ssa Ada Francia.

Quando si manifesta?

La malattia esordisce insidiosamente, nella seconda metà della vita (solitamente tra i 50 e i 60 anni); i casi che iniziano prima dei 40 anni di età sono relativamente rari. La frequenza è molto elevata. Si calcola che ogni anno compaia un nuovo caso ogni 1000 con una crescita progressiva al di sopra dei 50 anni.

Cause

La causa della malattia è sconosciuta nonostante numerosi studi siano in corso per chiarire la sua etimologia. Si ipotizza una combinazione di fattori genetici e ambientali. I principali fattori che possono contribuire allo sviluppo della malattia includono mutazioni genetiche rare, esposizione a sostanze tossiche come pesticidi e metalli pesanti, l’età avanzata, l’infiammazione nel cervello, la storia familiare, le infezioni virali e le lesioni cerebrali. Tuttavia, la malattia di Parkinson è complessa e non ha una singola causa definita. La ricerca è in corso per capire meglio i suoi meccanismi e i fattori di rischio coinvolti.

I sintomi

I sintomi caratteristici comprendono il tremore (presente nel 60% dei casi come sintomo d’esordio), la rigidità muscolare, alterazioni della postura e dell’equilibrio. Esistono delle forme con prevalenza di tutti i sintomi, altre in cui il tremore è dominante, ed altre ancor in cui predomina la rigidità muscolare. Altre comuni manifestazioni della patologia comprendono la postura, il cammino, la parola, la respirazione, l’espressione facciale ed i movimenti delle palpebre. Altre volte una riduzione del timbro di voce, sensazione di stanchezza, vertigini e disturbi della deambulazione sono le modalità di esordio.

Diagnosi

La diagnosi della malattia di Parkinson è clinica ma non sempre semplice in quanto i segni ritenuti caratteristici della malattia possono riscontrarsi frequentemente anche in altre condizioni cliniche. I segni ritenuti cardinali per la diagnosi sono: bradicinesia, rigidità, tremore a riposo e instabilità posturale. Le indagini neuro-radiologiche contribuiscono solo in parte alla diagnosi: la TAC e la risonanza magnetica  non evidenziano alterazioni specifiche ma devono considerarsi indagini complementari alla clinica e necessarie al fine di escludere eventuali cause secondarie di parkinsonismo.

Terapia

Al momento, non esiste una cura definitiva per il morbo di Parkinson. Tuttavia, ci sono varie opzioni terapeutiche disponibili per mitigare i sintomi principali e migliorare la qualità della vita a lungo termine. Questi trattamenti comprendono:

  1. Interventi di supporto come fisioterapia e terapia occupazionale.
  2. Utilizzo di farmaci specifici.
  3. Chirurgia cerebrale, ma solo in casi selezionati.
  4. Nelle prime fasi della malattia, potrebbe non essere necessario alcun trattamento poiché i sintomi solitamente sono leggeri.

In ArsBioMedica l’approccio è di tipo interdisciplinare

“Il nostro scopo è fornire un completo supporto ai pazienti con questa condizione, e ciò è reso possibile grazie a una rete di specialisti in grado di affrontare in modo appropriato tutti gli aspetti legati alla malattia”, afferma il Dott. Zampogna.

 

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